Gianna Albertin

Le scatole invisibili

Locandina

Dall'ascolto alla materia

Le mani plasmano contenitori di emozioni, storie, pensieri, operando una sorta di “trasformazione materica” di ciò che materia non è.

Forme, segni e colori rendono visibili vissuti che contenitori invisibili custodiscono dentro di noi.

C’è una scatola della memoria in ognuno di noi che raccoglie preziosi ricordi, immagini, sogni e desideri di quel luogo immaginario che chiamiamo infanzia.

Ci sono scatole buie e rigide come gabbie, labirinti e prigioni che tengono in ostaggio le nostre energie vitali.

Altre, aperte e comunicanti, laboratori attivi in un divenire fecondo che pensa e costruisce le nostre storie.

L’artista Gianna Albertin attinge ad un serbatoio interiore che ha costruito dentro di sé lungo il corso della sua lunga esperienza di psicoterapeuta.

Lo sviluppo di un contenitore o spazio mentale, processo lungo e necessario, è lo strumento che il terapeuta utilizza per dare accoglienza, forma, nome, e quindi una sopportabilità ad emozioni e a vissuti interiori, che originariamente sembrerebbero essere privi di confini, limiti e significato.

È un lavoro paziente e creativo, di ascolto ed elaborazione, di accoglienza e restituzione.

Pensiero e creatività sono ancora gli strumenti che guidano oggi la ricerca delle sue mani: l’artista incontra la materia informe per estrarre una forma visibile e per comunicare, trasfigurando un senso delle esperienze vissute.

Lorena Marcassa