Gianna Albertin

Variazioni

Volantino

Gianna Albertin presenta gli esiti più recenti delle sue esplorazioni nell’ambito della scultura di piccole dimensioni in ceramica. Prendendo le distanze sia dall’orientamento figurativo sia da quello informale, l’artista privilegia un’astrazione non priva di allusioni visionarie. Forma simbolica, intesa non nell’accezione di categoria dell’esperienza, ma classicamente come configurazione che incorpora un simbolo, può essere considerata la nozione in grado di unificare la varietà a prima vista sorprendente degli indirizzi e delle prospettive su cui siamo chiamati a soffermarci. Associando quasi con un ossimoro la nettezza e la definizione della forma alla inesauribilità e polisemanticità del simbolo, l’espressione esprime la contraddizione feconda di opere chiaramente strutturate che racchiudono una ricchezza di significati e di contenuti. Resta indeciso se la matrice primaria della proposta debba essere ricondotta alla lettura soggettiva del vissuto o se si tratti piuttosto a parte obiecti dell’emergenza di possibilità e valenze in cui il mondo si offre. Verso la seconda alternativa, che sottolinea la rivelazione di aspetti costitutivi della realtà, sembrano orientare le caratteristiche salienti in ciascuno dei lavori, come il riferimento all’inorganico / minerale, o in alternativa al vivente / biologico, all’immobilità / stabilità, oppure allo sviluppo / dinamismo / evoluzione, al raccoglimento / chiusura / protezione, o al contrario al protendersi espansivo/aggressivo nello spazio, alla singolarità/solitudine, oppure alla molteplicità/ripetizione. Ma forse, in modo più plausibile, le immagini della psiche e gli scenari del mondo si rimandano reciprocamente, in un relazionarsi di due poli, nessuno dei quali può essere considerato determinante in ultima istanza.

Corrado Castellani